Da qualche giorno, sul canale Youtube della Musica NovAntiqua Records, è visibile il video del mio brano Sguardo di brace, estratto dal mio cd L’ala del silenzio.
Si tratta di una composizione per solo pianoforte, ultimo numero di una playlist -quella dell’intero album- organizzata in due sezioni: la prima, dialoghi, in cui le due entità strumentali coinvolte (pianoforte e quartetto d’archi) dialogano sul territorio di una scrittura musicale dal grande rigore, lasciando spazi improvvisativi al pianoforte sotto forma di grandi cadenze aperte; la seconda sezione, riflessi dell’ego, vede invece le medesime entità strumentali esprimersi in forma solitaria, ciascuno come in una sorta di monologo.
Del resto, la dicotomia tra valenze opposte (in questo caso dialoghi-monologhi) è l’obiettivo espressivo e semantico primario dell’intero lavoro, a partire già fin dal titolo stesso (L’ala del silenzio, espressione tratta da un verso di Neruda in cui il poeta raffigura la parola come ala, propaggine del silenzio), passando attraverso i titoli delle singole composizioni (ciascuno dei quali cela almeno una doppia chiave di lettura) per arrivare poi alla sfera meramente sonora, in cui convivono in un naturale equilibrio due aspetti musicali, due atteggiamenti, due filosofie operative spesso erroneamente ritenute antitetiche l’una con l’altra: il rigore compositivo e la libertà improvvisativa.
Anche questo brano, in linea con tutto il contenuto dell’intero cd, si muove in bilico fra scrittura ed improvvisazione, come si può facilmente evincere dal frammento di spartito che appare nel video, una semplice bozza con valenza di primordiale canovaccio lasciato volutamente scarno sotto il profilo melodico-armonico e disadorno di indicazioni agogiche e di colore, perché potesse rappresentare il trampolino per una improvvisazione su spunto tematico definito a priori.