Nuovo album con Marika Lombardi

Da oggi è disponibile il nuovo cd a nome del duo che da tempo condivido con Marika Lombardi. L’album, pubblicato dalla NovAntiqua nel segno di una continuità di collaborazione ormai pluriennale, segna un nuovo passo nel consolidamento di una identità sonora che questo duo, a me molto caro, ha ormai raggiunto da tempo, come testimonia l’entusiasmo che il pubblico – spesso anche poco avvezzo alle sonorità spigolose del Novecento – puntualmente ci riserva ad ogni nostro concerto.

Ecco le mie note descrittive del progetto, tratte dal booklet del cd:

“L’idea portante di questa nuova, entusiasmante avventura discografica intrapresa con la straordinaria oboista – nonché amica di lunga data – Marika Lombardi mi è balenata dentro per quel particolarissimo fenomeno di osmosi concettuale che, a mio avviso, rappresenta uno degli aspetti più magicamente sorprendenti e stimolanti del fare arte: è accaduto infatti che, in un periodo in cui stavo portando in giro con un clarinettista un repertorio da camera che comprendeva, fra gli altri, anche i Fantasiestücke op.73 di Schumann, il concetto di pezzo “di fantasia, di immaginazione” per duo da camera mi sia rimasto appiccicato addosso, richiamandomi contestualmente anche l’idea di improvvisazione. Così, ho subito iniziato a cercare di elaborare una visione prospettica più ampia, che non si fermasse alla semplice idea morfologica di un lavoro dall’impianto strumentale definito, indagando svariati sbocchi concettuali del “pezzo di fantasia” schumanniano ed i paralleli fra il mio mondo interiore e quello del geniale compositore tedesco, così come pervenutoci attraverso il corpus delle sue opere e dei suoi scritti critici.  Ho così unito in un fil rouge l’idea di Fantasiestück, inteso come brano destinato a voler creare una immaginazione indirizzandola verso un riferimento – sia esso visivo e concreto oppure concettuale ed astratto – all’universo creativo della composizione estemporanea, tenendoli insieme grazie al comune denominatore di un’unica fonte ispiratrice che ho individuato in delle bellissime foto scattate da Marika, immagini che ad unanimità di pareri rappresentano soggetti in grado di astrarsi dalla loro stessa concretezza, generando creative ambiguità di interpretazione.

Il rimando all’universo schumanniano mi ha guidato verso una suddivisione dei soggetti fotografici in due diverse categorie: gli Eusebio (ossia le cose di impronta riflessiva, timida) ed i Florestano (cioè i soggetti impetuosi, esuberanti), con ovvio riferimento ai due alter ego in cui Schumann era solito immedesimarsi.

Tale classificazione preliminare confluisce poi in una valutazione che a mio avviso è la parte più interessante di tutto il concept:  ossia che in realtà non esiste nulla che sia totalmente Eusebio o Florestano, giacché in ciascuno di noi convivono sempre in una determinata proporzione parti dell’uno e dell’altro, ed è come se ogni oggetto/soggetto/brano/carattere fosse in realtà una mediazione fra questi due opposti, valore medio matematico che lo stesso Schumann identificava metaforicamente nella figura di un terzo alter ego, il Maestro Raro.  In pratica, è come se tutte le foto ispiratrici (e le relative improvvisazioni da esse derivate) siano in realtà dei Maestro Raro, contrariamente alla loro apparente natura di Eusebio o Florestano; e questo, a mio avviso, si configura anche come un naturale monito alla società attuale che, a dispetto di tutti i discorsi sull’equilibrio che con così modaiola tendenza imperano, ha invece smarrito totalmente la delicata bellezza della mediazione, finendo per sdoganare ed encomiare il barbaro sopruso condotto in nome del “tutto e subito”, le corse isteriche e forsennate, mortificando in tal modo la cura del tempo ed il senso della memoria”.

 

 

 

 

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